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Ulteriore pronuncia della CGUE sulla conservazione dei dati personali, in attesa del nuovo Regolamento europeo

  • 02/01/2017

La Direttiva n. 2009/136 ha introdotto modifiche alla Direttiva 2002/58/CE relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche.

Tale Direttiva, in materia di trattamento dei dati personali, osta ad una conservazione generalizzata e indifferenziata dei dati relativi al traffico e dei dati relativi all’ubicazione.

La Corte di Giustizia europea, il 21 dicembre scorso, con Sentenza nelle cause riunite C-203/15 e C-698/15, ha chiarito che tale principio generale può subire delle deroghe ma, in quanto eccezioni, devono essere interpretate restrittivamente, sia per la conservazione, sia per l’accesso ai dati raccolti.

In particolare è consentito agli Stati membri prevedere, a titolo preventivo, la conservazione mirata dei dati al solo scopo di lottare contro gravi fenomeni di criminalità, solamente se si tratta di una misura necessaria, opportuna e proporzionata. Inoltre l’accesso ai dati conservati da parte delle Autorità Nazionali deve essere assoggettato ad un controllo preventivo da parte di un’autorità indipendente.

Di qui la bocciatura, da parte della CGUE, del sistema svedese e britannico che non prevedono né l’accesso ai dati ai soli casi di lotta contro la criminalità grave né un controllo preventivo da parte di un giudice o di un’autorità amministrativa indipendente.

Sul tema, va ricordato come l'aumento esponenziale dei servizi online e i conseguenti rischi per i diritti dei cittadini, ed i crescenti problemi di sicurezza, hanno portato ad un ripensamento radicale dell'intero impianto normativo sopra menzionato, che è sfociato nell’approvazione del Regolamento generale per la protezione dei dati personali n. 679 del 2016, il quale entrerà in vigore il 23 maggio 2018.

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