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I creditori danneggiati dalla scissione della società debitrice possono proporre azione revocatoria al fine di dichiarare inefficace la scissione nei loro confronti: Corte di Giustizia, sez. II, 30.1.2020 (C-394/2018)

  • 03/02/2020

La Corte di Giustizia, con sentenza dello scorso 30 gennaio (C-394/2018) ha stabilito innanzitutto che “L’articolo 12 della sesta direttiva 82/891/CEE del Consiglio, del 17 dicembre 1982 […] deve essere interpretato nel senso che esso non osta a che, dopo la realizzazione di una scissione, i creditori della società scissa, i cui diritti siano anteriori a tale scissione e che non abbiano fatto uso degli strumenti di tutela dei creditori previsti dalla normativa nazionale in applicazione di detto articolo 12, possano intentare un'azione pauliana al fine di far dichiarare la scissione inefficace nei loro confronti e di proporre azioni esecutive o conservative sui beni trasferiti alla società di nuova costituzione”.

In secondo luogo, i giudici del Lussemburgo hanno statuito altresì che “L’articolo 19 della direttiva 82/891 […], il quale prevede il regime delle nullità della scissione, deve essere interpretato nel senso che esso non osta all'introduzione, dopo la realizzazione di una scissione, da parte di creditori della società scissa, di un'azione pauliana che non intacchi la validità della scissione, ma soltanto consenta di rendere quest'ultima inopponibile a tali creditori”.

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