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Corte di Strasburgo: l’azienda può spiare con telecamere nascoste i lavoratori sospettati di furto

  • 04/11/2019

Il datore di lavoro può installare telecamere nascoste senza informare i dipendenti se ha il fondato sospetto che questi lo stiano derubando e se le perdite subite per la loro condotta sono ingenti. Questo quanto stabilito dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo con sentenza del 17 ottobre 2019.

Il caso riguardava le vicende di un supermercato spagnolo, risalenti al 2009, ove, a seguito di incongruenze nel conteggio della merce in magazzino, erano state installate delle telecamere di sicurezza, in parte visibili e in parte nascoste, per sventare gli autori del furto. Proprio le telecamere nascoste ripresero gli addetti alle casse compiere diversi furti della merce, una condotta pagata da 14 lavoratori con altrettante lettere di licenziamento.

I licenziamenti impugnati venivano considerati legittimi dalla giustizia spagnola nonostante la normativa iberica preveda, al pari di quella italiana, che il personale sia informato della presenza di sistemi di videosorveglianza. Alcuni lavoratori ricorrevano, allora, alla Corte di Strasburgo per violazione dell’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che tutela la vita privata degli individui.

Con la sentenza del 17 ottobre u.s., la CEDU stabiliva che la dovuta informativa al personale poteva essere omessa in considerazione del ragionevole sospetto di una grave colpa dei lavoratori e dall’entità del danno che costoro avevano causato (e avrebbero presumibilmente ulteriormente perpetrato) a danno dell’azienda. La CEDU ha pertanto ritenuto che la valutazione dei togati spagnoli non abbia travalicato il margine di apprezzamento discrezionale loro concesso laddove questi abbiano considerato proporzionato il breve monitoraggio occulto compiuto dal datore rispetto ai pur sussistenti diritti di privacy dei lavoratori.

 

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