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Gli indirizzi IP dinamici sono da considerarsi dati personali ma possono essere, in alcuni casi tassativi, conservati dal content provider

  • 24/10/2016

L’ IP dinamico è un indirizzo provvisorio, assegnato al device, per la fruizione di Internet. Tale indirizzo, conosciuto dal fornitore del sito Internet (content provider), combinato con ulteriori informazioni aggiuntive, conosciute dal fornitore di accesso ad Internet (service provider), permette di risalire direttamente all’identità della persona fisica proprietaria del device che ha effettuato l’accesso al sito.

Alla luce di ciò, la Corte di Giustizia dell’Unione europea, con Sentenza depositata il 19 ottobre scorso nella causa C-582/14, ha innanzitutto chiarito che gli indirizzi IP, anche se dinamici e quindi non idonei da soli ad identificare l’utente, sono da considerarsi dati personali.

Per questo motivo, gli indirizzi IP devono essere tutelati secondo la Direttiva europea n. 95/46 sul trattamento dei dati personali che, all’art. 7, elenca i casi tassativi di liceità della conservazione; tra cui rientra il perseguimento di un interesse legittimo da parte del responsabile del trattamento.

La Corte ha concluso che il content provider, ricoprendo il ruolo di responsabile del trattamento degli indirizzi IP, può conservare questi dati poiché, facendo ciò, persegue l’interesse legittimo alla difesa da attacchi cibernetici.

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